nel castello di Mooshaim in Austria
Il 31 maggio il sottoscritto Maurizio è partito da Milano con armi, bagagli, zavorra e la fedele Suzuki GT 750 alla volta di Pordenone. Raggiunto l'amico Stefano anche lui con zavorra e GT 750 azzurra siamo andati al raduno tedesco il giorno seguente.I dati in dettaglio:
Venerdì 31 maggio Milano - Pordenone 350 Km tutti in autostrada alla velocità quasi costante di 130 - 140 Km/h.
Sabato 01 giugno Pordenone - castello di Mooshaim e ritorno a Pordenone 630 Km.
Domenica Pordenone - Vicenza 100 Km di statale a 80 - 100 Km/h di media poi 250 Km in autostrada a 140-150 Km/h con sosta pranzo a Lazise (sul Garda).
Totale 1335 Km, 83 litri di benzina, 1.4 litri di olio e nessun problema.
Consumo medio di benzina 16.1 Km con un litro - Percentuale media di olio 1.7 %
Il raduno vero e proprio probabilmente era di domenica; sabato c'erano solo quattro gatti tedeschi.
Il giro in Austria è stato favoloso, strade perfette paesaggi stupendi e niente traffico.
Segue il resoconto "poetico" di Stefano con le poche foto fatte.
Un conosciuto motto dice che “l’erba del vicino è sempre più verde”, ed anche il Club si è interrogato su questo assioma esistenziale in occasione del Raduno Internazionale per Suzuki 2 tempi organizzato dai teutonici appassionati del WasserbuffelKlub tedesco presso il castello di Mooshaim, nel Salisburghese (Austria, ovviamente).
La spedizione italiana in effetti è stata un po’ ristretta, come si evince dalle immagini, ma evidentemente il sacro fuoco della conoscenza (e dell’incoscienza…) è appannaggio di pochi.
Tappa tecnica a Pordenone il venerdi, con sosta in albergo senza acqua calda, (ma i veri motociclisti si temprano così!), poi consolatoria cena in locale e sana passeggiata distensiva serale per la città, fantasticando sulla abnorme quantità di Gt 750 che il mattino seguente avrebbe fatto luccicare l’occhio al fiducioso Mattera ed al suo fido accompagnatore – per farla breve, io che scrivo –
Partenza alle 9 con direzione Tolmezzo, attraverso inconsueti (per i lombardi) spazi aperti senza case o paesi, per strade semideserte che scorrono dapprima in pianura, poi sempre più si addentrano nelle montagne friulane: è il lato migliore del motociclismo, goduto con calma, senza troppa fretta e senza ansie da autovelox.Corroborante.
Arrivo al Passo di Monte Croce Carnico, il confine con l’Austria ,e degna sosta caffè con immancabile assalto di altri motociclisti incuriositi dalle due Gt e relativa paziente chiacchierata; poi, giù verso valle e primo contatto con le pendenze esagerate delle strade austriache: troveremo anche un bel 25% !
Per interrompere la monotonia allo scrivente salta il fusibile in una discesa e la moto si ammutolisce: poca cosa, anche se non abbiamo ancora capito la causa, ma giusto così, un brividino da viaggio d’epoca…
Ancora strada, adesso in fondovalle, attraverso prati e paesini da cartolina, poi ci ritroviamo in autostrada senza neanche essercene accorti ( ma era autostrada o superstrada? Boh…), quindi un ulteriore passo montano per evitare un pedaggio esagerato per una breve galleria ed ecco finalmente..IL RADUNO!
E qui si dipana il grande quesito iniziale: ritroviamo il luogo solo perché il castello sede dell’incontro è ben evidente, ma non c’è assolutamente nulla di ciò che un italiano può legittimamente attendersi da un raduno: manca qualsiasi indicazione, e sul piazzale del maniero troviamo parcheggiata solo una vecchia Gt…senza targa. Qualche tenda nello spiazzo attorno e altre pochissime moto moderne di curiosi .
E questo è il treffen tedesco. Mortificazione dell’anima per i soli due (quattro con le stoiche mogli, va riconosciuto) italiani, che a questo punto giudicano opportuno non umiliare anche il corpo e si dedicano alla degustazione della cucina della dama del castello.Almeno questo riscuote qualche successo, ed alla uscita ritroviamo un Gt in più, di un tedesco piccolo e con basettona alla Cecco Beppe che si va a stendere in tenda senza nessun tentativo di socializzazione. Mah…
Leviamo l’ancora poiché non c’è molto altro da fare, e sul ritorno incrociamo un gruppo teutonico che fa ritorno al campo base: anche qui solo un Gt 380 pasticciato, un Vallelunga nero e un Gt 750 , oltre ad altre moto che c’entrano come i cavoli a merenda.
Almeno il paesaggio gratifica, e su e giù per valli e passi alpini: la stanchezza, mista alla delusione e forse alla rarefazione dell’aria di montagna, produce strani comportamenti in qualcuno, come evidenziato da una foto...
Verso il confine, poi, uno spruzzo di pioggia provvede a sottolineare il tono avventuroso della missione, e per lasciare l’Austria degnamente lo scrivente pensa bene di scivolare sulla tipica macchia di gasolio all’ultimo distributore prima dell’Italia: nessun danno, ero praticamente fermo, ma tanti porc.. che mi costringeranno ad una visita in chiesa; il Maurizio, invece, fa di peggio! Si macchia addirittura dell’omicidio di un passero austriaco che gli svolazza davanti in un suo momento di impeto velocistico.E manco se ne accorge, il criminale!
Rientro italico stanco e afoso e di nuovo tappa pordenonese per la notte.
Riassumendo: l’erba del vicino – austriaco – è più verde,si, ma solo l’erba, per il resto teniamoci ben strette le nostre manifestazioni, noi si che le sappiamo organizzare!
By Stefano
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